Esempio di truffa sulla cauzione

Per noi è molto importante proteggere al meglio i nostri utenti da annunci fraudolenti. Mentre i truffatori perfezionano continuamente i loro metodi, noi siamo altrettanto impegnati a individuare tempestivamente gli annunci fraudolenti. Per questo investiamo di continuo molto tempo nella prevenzione delle frodi, sia tramite la verifica del numero di telefono che tramite modelli per il riconoscimento automatico delle truffe costantemente aggiornati. Abbiamo inoltre condotto numerosi colloqui con le autorità ed effettuato un «Mystery Shopping». In questa testimonianza ti raccontiamo la nostra esperienza con un truffatore immobiliare.

Per proteggere meglio la piattaforma Flatfox e quindi i nostri utenti, è utile conoscere il modus operandi dei truffatori: ecco perché abbiamo voluto provarlo sulla nostra pelle.

Abbiamo risposto a un annuncio di una stanza in un appartamento condiviso a Zurigo, che era già stato identificato come fraudolento ed era stato trattato di conseguenza. Per motivi di sicurezza non volevamo comunicare con i truffatori utilizzando nome e indirizzo e-mail autentici. Abbiamo quindi utilizzato un provider di posta elettronica gratuito per creare un indirizzo e-mail con un alias.

Primo contatto con il truffatore

Nel primo messaggio, all’improvviso si è passati a parlare dell’intero appartamento di 3,5 locali, anziché di una singola stanza. Il tutto allo stesso prezzo di CHF 940.–, beninteso. L’interlocutore inoltre ci ha invitato a scrivergli a un indirizzo e-mail privato, affinché la conversazione si svolgesse al di fuori del portale immobiliare e quindi non potesse essere controllata. Con il nuovo indirizzo e-mail abbiamo scritto al truffatore con lo pseudonimo di «Daniel Meier» in un inglese zoppicante:

«Hi I am very interessted in your flat, since I neet to get out of my appartment. please help me otherwise I have no home. Daniel Meier»

Un inserzionista serio non risponderebbe mai a un messaggio del genere. Il giorno dopo, invece, abbiamo ricevuto una lunga e-mail in inglese:

«First of all many thanks for your interest in my apartment in [Strasse gelöscht] 8004 Zurich, 3.5 rooms 85 m². I bought this apartment for my daughter during her studies in Switzerland, but now she is back home, so I rent the place for an unlimited time. [...]»

A questo è seguita la «storia strappalacrime» del motivo per cui la proprietaria affittava l’appartamento, condita dal fatto che lei, una certa Sabrina Melani Jiminez, sarebbe dovuta venire appositamente dalla Spagna per effettuare la visita. Naturalmente volevamo assolutamente prendere in locazione l’appartamento, anche perché costava solo CHF 940.– al mese. Con lo pseudonimo di «Daniel Meier» abbiamo quindi risposto:

«okay that sounds great, I would rent it immidiately. Deposit or Rent is no problem for me, because its good price the 960! Best wishes from snowy Switzerland! Daniel Meier»

Il giorno dopo abbiamo ricevuto un’altra risposta dalla truffatrice:

«You seem like a very nice person, and I would be more than happy to have you as my tenant ! :) [...]»

Anche in questo caso avevamo avuto «fortuna». Ancora una volta il testo aveva la parvenza di un’e-mail standard. Ma questa era molto più interessante, perché pian piano cominciava a delinearsi l’intento della truffatrice, che infatti ci ha chiesto di versare un deposito cauzionale per poter visitare l’appartamento. Arrivati a questo punto tutti i campanelli d’allarme dovrebbero iniziare a suonare: non si dovrebbe mai trasferire denaro prima di aver visitato un appartamento.

«Cauzione tramite Airbnb»

La cauzione è stata motivata con il fatto che, così facendo, avremmo dimostrato la nostra serietà e l’intenzione di prendere in affitto l’appartamento. Come «partner sicuro» per la cauzione ci ha indicato il sito Airbnb. A quel punto le cose si sono fatte interessanti. In che modo la truffatrice avrebbe ottenuto il nostro denaro tramite Airbnb?

Noi, o meglio il nostro alias «Daniel Meier», abbiamo reagito ribadendo ancora una volta la nostra intenzione di prendere in locazione l’appartamento. «Melani» ci ha quindi scritto quanto fosse importante agire rapidamente e in una seconda e-mail ci ha inviato l’URL di un presunto annuncio su Airbnb: nella formattazione HTML, l’URL appariva come «airbnb.com/rooms/9448967», ma a un esame più attento si poteva notare un collegamento ipertestuale nascosto a un sito web malevolo. Nonostante il pericolo di virus, abbiamo cliccato sul link malevolo e si è aperta una pagina che aveva tutta l’aria di essere il vero sito di Airbnb.

L’unica differenza era l’URL diverso che appariva nella barra degli indirizzi. Per infondere fiducia, l’annuncio aveva addirittura quattro recensioni molto positive da parte di utenti (falsi) che si profondevano in grandi elogi. Quel che doveva far storcere il naso in questo caso, era che i presunti ospiti avevano affittato l’appartamento come airbnb solo per un breve periodo e che descrivevano la padrona di casa Melani Jiminez come molto gentile: una storia che non combaciava con quella a noi nota, secondo la quale la signora Jiminez viveva in Spagna. O forse lei aveva preso un aereo per ogni soggiorno breve nel suo appartamento in Svizzera?

Abbiamo fatto comunque quello che ci era stato detto e abbiamo prenotato l’appartamento per un mese, inserendo solo i dati strettamente necessari e inventati. Al termine della «prenotazione» ci aspettavamo di dover inserire i dati della carta di credito per il pagamento. L’apposito campo mancava, ma la nostra prenotazione è risultata comunque conclusa. Il giorno dopo abbiamo ricevuto un’e-mail da Melani Jiminez:

«Daniel,

Why did you made an empty booking ?

Melani»

A quanto pare, ci eravamo dimenticati di compilare l’indirizzo al momento della prenotazione e, naturalmente, tutti i dati indicati sulla falsa pagina Airbnb erano finiti direttamente nelle mani della truffatrice. Abbiamo subito risposto che si trattava di un errore, che avremmo effettuato volentieri una nuova prenotazione e, per precauzione, le abbiamo inviato l’indirizzo (di fantasia) di Daniel Meier. La truffatrice si è scusata e ha risposto che la prenotazione era finita nella cartella dello spam. Ci ha anche confermato di aver accettato la nostra prenotazione. Il nostro alias Daniel Meier è stato naturalmente felicissimo di apprendere la notizia e ha aperto subito la seconda e-mail, che a quanto pare proveniva da Airbnb.

Bonifico bancario a favore di un conto in Polonia

Osservando con attenzione la presunta e-mail di conferma di Airbnb, abbiamo notato l’indirizzo e-mail falso. Il contenuto dell’e-mail dovrebbe far scattare tutti i campanelli d’allarme: in primo luogo, la prenotazione era stata confermata. Poi è stato fatto riferimento a una presunta nuova policy di Airbnb, secondo la quale prenotazioni superiori a CHF 1000.– non potevano più essere effettuate tramite carta di credito, ma solo tramite bonifico bancario. Naturalmente non è per niente vero: per la vera società Airbnb non esistono limiti ufficiali (ad eccezione del Brasile, dove il limite di transazione è di 3000 $) e si accettano solo pagamenti con carta di credito (in alcuni paesi anche Paypal, Google Pay e Apple Pay, ma mai bonifici bancari).

Con un pagamento con carta di credito, infatti, i truffatori non potrebbero fare poi molto, poiché in caso di truffa il pagamento può essere riaccreditato. In questo caso, la truffatrice, che si è spacciata per Airbnb, voleva che versassimo CHF 1940.– (CHF 940.– per il primo mese di affitto + CHF 1000.– di cauzione) su un conto polacco presso una grande banca internazionale. L’ubicazione del conto è stata spiegata con il fatto che si trattava di un «paese neutrale». I 1940 franchi sarebbero stati ovviamente solo una cauzione che sarebbe poi stata rimborsata.

È chiaro, però, che in caso di bonifico non avremmo mai più rivisto quei soldi. Come beneficiario non avremmo dovuto indicare Airbnb, bensì una persona con indirizzo polacco, definita «Financial Manager» di Airbnb. Anche una circostanza di questo genere dovrebbe subito destare sospetto! Naturalmente non abbiamo versato nulla, ma abbiamo comunque ottenuto quello che volevamo: siamo riusciti a capire come funziona una truffa immobiliare. Questo per pura curiosità e con la consapevolezza che una migliore comprensione del comportamento dei truffatori ci avrebbe aiutato a proteggere i nostri utenti.

Regole fondamentali contro le truffe immobiliari

  • Non effettuare mai un bonifico prima di visitare l’appartamento.

  • Informare la piattaforma in caso di annunci sospetti.

  • Su Flatfox è consigliabile comunicare tramite Flatfox Messenger prima di visitare l’appartamento e, solo dopo, scambiarsi l’indirizzo e-mail/il numero di telefono.

  • Versare sempre la cauzione d’affitto su un conto deposito di garanzia (e non sul conto del locatore).